Quattro giorni a Lourdes
È appena terminato il pellegrinaggio dell’Unitalsi Ligure a Lourdes (1-4 settembre 2025). Quattro giorni intensi, partecipati intensamente, con una presenza forte di malati, volontari e di un nutrito numero di pellegrini. Una consistente presenza dei religiosi, con la partecipazione di numerosi Presbiteri e di tre Vescovi liguri, ha caratterizzato fortemente quell’ intensa spiritualità del pellegrinaggio, che ognuno di noi ha avvertito, sin dalle prime ore del viaggio, percependo già la differenza, realmente esistente, fra un viaggio di gruppo, pur se con obiettivi culturali, e un pellegrinaggio, che è una vera processione, secondo la volontà della Vergine Maria. La volontà espressa nelle parole di invito a Bernadette, perché venissero riferite a chi di dovere: «Si venga qui in processione». La parola processione, pronunciata da Maria, nell’occitanico, lingua madre di Bernadette Soubirous, affinchè la bambina lo potesse capire bene, e non in francese, la lingua nazionale, all’epoca poco conosciuta nelle regioni periferiche, come il Sud Ovest, ha un significato esteso, che vale sino a comprendere il pellegrinaggio.
Un invito ad andare insieme, in modo ordinato, verso una meta religiosa, formando, nel luogo della destinazione finale, una processione, dove si prega, in cammino. Ma andare in processione è anche e soprattutto un invito ad intraprendere un cammino spirituale verso Dio, sulla via della speranza e della fede.
Ecco la risposta a quell’invito! Quel pellegrinaggio appena conclusosi, articolato in alcune giornate, con tempi più o meno ampi e il desiderio di vedere e fare anche altre cose, aggiungere esperienze al nostro individuale cammino. Dal primo passo, nella chiesa di Santa Bernadette, per partecipare alla nostra Messa inaugurale, al passaggio alla Grotta, insieme, con i malati come testa della processione, in un lungo corteo spirituale. Ci siamo avvicinati così con emozione alle rocce di Massabielle, dove erano state la piccola Bernadetta e la bella Signora che le parlava con dolcezza e cortesia. Modalità nuove di comunicazione per una ragazzina, abituata a essere disprezzata perché povera, di salute cagionevole, e appartenente a una famiglia “in disgrazia”. Alcuni gruppi e alcuni pellegrini, in solitudine, hanno consegnato nell’apposito contenitore, all’ingresso della Grotta, le intenzioni, quelle proprie e quelle raccolte nelle parrocchie, prima della partenza. Intenzioni che faranno parte di un libro nel Cielo! Come le tante candele accese, dai grandi ceri collettivi a nome del gruppo, alle sottili candele personali, a nome proprio e delle persone che ci hanno chiesto di farlo a loro nome, hanno diffuso verso il Cielo il calore e il caldo colore delle loro fiammelle, testimonianze della nostra speranza. Preghiere senza parole che riscaldano il Santuario! A seguire il Santo Rosario in italiano, che tanti di noi sono abituati a seguire sul canale TV 28, nella suggestiva nicchia della Grotta di Massabielle, e il canto dell’Ave Maria di Lourdes. Il gesto di Bernadette che, su invito della bella Signora, ha bevuto e si è lavata con l’acqua che all’improvviso era zampillata in quel luogo sporco e tetro, viene ripetuto nelle piccole stanze delle piscine, nell’attimo commovente in cui diventiamo, nel “gesto dell’acqua” come Bernadette e beviamo e ci laviamo le mani e la fronte…
Ma, da quella prima Messa a Santa Bernadette lato Carmelo, alla Messa in italiano alla grotta, dell’indomani, alla Messa del Pellegrino, sempre a Santa Bernadetta lato Grotta, alla grande Messa internazionale del Mercoledì, tutte le altre celebrazioni eucaristiche che hanno riempito di gioia e di luce le nostre giornate, sino alla Messa finale alla grotta del giorno della partenza, un unico percorso luminoso ha accompagnato il cammino dei malati e di chi, non colpito da malattie del corpo, ha un disperato bisogno di sanare le ferite dell’animo. E allora, come penultimo atto, perché non assistere anche alla non programmata ma libera Messa notturna alla Grotta, illuminata dal grande candelabro e da poche luci artificiali e da qualche candela, ancora accesa, di fedeli arrivati dalla processione appena conclusa, aux flambeaux!
Un percorso, quello dei Pellegrini di speranza, dell’anno del Giubileo, che ci ha portato verso la fine del Pellegrinaggio, con la cerimonia della Riconciliazione e con l’Unzione degli Infermi, nel denso pomeriggio finale con la conclusione della processione eucaristica e dell’Adorazione svoltasi nella Basilica sotterranea. E, mentre il Santissimo veniva portato nella grande chiesa per la benedizione, e il Coro cantava stupendamente il Tantum Ergo, e il “Béni soit le nom du Seigneur” e tu potevi avvertire la benedizione del Santo Spirito su di te e, nel contempo, comprendevi il significato concreto su di te della Santissima Trinità e capivi il mistero per cui una ragazzina povera e allora analfabeta era stata illuminata da quella Luce meravigliosa e aveva visto e capito cose che noi spesso facciamo finta di non vedere e di non comprendere…
Il pellegrinaggio di settembre dell’anno del Giubileo ha avuto questi attimi di Grazia e io mi auguro che la maggior parte dei pellegrini ne abbia potuto fruire intensamente, che si sia avvicinato all’Immacolata e a Bernadette con amore e gioia. La piccola veggente ha in fondo pagato caro umanamente il periodo delle Apparizioni Mariane. Non capita, perseguitata e infine riabilitata, ma ha dovuto lasciare la Sua Lourdes e quei luoghi che tanto amava. Uno degli obiettivi dei pellegrinaggi a Lourdes è proprio l’immersione nel percorso mariano, l’avvicinamento di tutti a un mistero grande che può essere riassunto nella definizione del “pezzetto di cielo sulla terra”. Spesso, guardando il bel cielo della pianura ai piedi dei Pirenei, ci viene da pensare che quel cielo, grazie a Bernadette, per volontà di Dio, si sia avvicinato a noi. Quel bel cielo che la povera Bernadetta, spirata ancora giovane nel convento di Nevers, diventato la sua seconda casa, avrà avuto negli occhi e nel cuore, come quei luoghi dove la Luce di Dio, tramite l’Immacolata, l’aveva scelta e l’aveva illuminata. AVE MARIA.
Cristina Castellani