L’annuncio del Camerlengo, il cardinale Farrell, da Casa Santa Marta, della morte di Papa Francesco ha interrotto il nostro Lunedì dell’Angelo, una giornata tradizionalmente segnata dal riposo, e dallo svago. Oggi, quella luce si è velata di tristezza, ma resta accesa nella speranza cristiana che non muore alla luce della Risurrezione.
La vita di Papa Francesco è stata un dono interamente speso al servizio del Signore e della Chiesa, con lo sguardo sempre rivolto a un mondo più giusto e pacificato. Come gesuita, ha incarnato uno spirito di discernimento e di battaglia contro gli idoli del potere, della ricchezza e della mondanità. La sua era una fede operosa, che si esprimeva nell’annuncio del Vangelo come forma di povertà evangelica e di fraternità universale. Ha portato la parola di Dio in ogni angolo del mondo, con gesti semplici ma profondamente profetici.
Papa Francesco ha saputo riconoscere le piaghe del Signore nei volti dei poveri, degli emarginati, e nei sofferenti. Il suo magistero era attraversato da un appello costante alla misericordia, all’accoglienza e al dialogo. Non si stancava mai di ricordare che Gesù, presente nell’Eucaristia, desidera essere accolto con mitezza e umiltà di cuore.
Ha invitato con forza la Chiesa a spogliarsi dell’orgoglio, delle chiusure e delle logiche di potere per ritrovare la sua vocazione originaria: essere serva del Vangelo, madre tenera e accogliente, casa di tutti, in particolare degli ultimi. Il suo pontificato ha segnato un cammino di conversione, orientato verso una Chiesa povera per i poveri, profetica e aperta all’ascolto dello Spirito.
Un Pontefice che ha saputo farsi amare dai poveri, incarnando con umiltà e coerenza il Vangelo vissuto tra gli ultimi. Con il suo pontificato, ha restituito centralità alla dimensione missionaria della Chiesa, valorizzando la visione di una “Chiesa-popolo di Dio”, vicina alla vita reale delle persone, aperta all’ascolto, al dialogo e alla condivisione.
In un tempo segnato da divisioni, solitudini e contrapposizioni, il Santo Padre ci ha richiamati con forza al valore inestimabile della fraternità e dell’amicizia sociale. Sono proprio questi legami, così spesso trascurati o smarriti, a costituire il fondamento di una convivenza autentica. Senza fraternità, anche la libertà e l’uguaglianza – pilastri della dignità umana – restano valori fragili, minacciati e facilmente traditi.
Con immensa gratitudine per il suo esempio luminoso di vero discepolo del Signore Gesù, come Sezione UNITALSI Ligure ci uniamo nella preghiera e raccomandiamo l’anima di Papa Francesco all’abbraccio dell’infinito amore misericordioso di Dio. Il suo insegnamento e la sua testimonianza continueranno a risplendere come luce nella Chiesa e nel cuore di ogni uomo e donna di buona volontà.
don Francesco di Comite e Gemma Malerba