Si è svolto al Santuario di N.S. della Guardia di Genova la Prima edizione della “Giornata del Volontario” organizzata dalla Sottosezione di Genova.
Giornata del Volontariato Unitalsi
Una giornata di sole, finalmente! E avevamo il sole anche dentro! Perché abbiamo raggiunto il Santuario in attesa di qualcosa di bello: lo stare insieme, il pensare insieme, il comunicare le nostre riflessioni e i nostri eventuali dubbi… E la giornata si è sviluppata secondo i nostri auspici, fra ascolto, preghiera, parole; di nuovo ascolto, preghiera, condivisione nei gruppi di lavoro, e colazione al sacco, rinforzata da adeguati rinforzi di focaccia e torte, e bibite, e poi ancora ascolto e condivisione e messa in comune dei lavori svolti
Che cosa ha contraddistinto le attività che ho elencato, in modo entusiasta, rispetto alle tante giornate di lavoro in gruppo e di ascolto di interventi di formazione che scandiscono o hanno scandito la nostra vita lavorativa? Perché io stessa, che, nella vita lavorativa, ho fatto (e faccio ancora la formatrice o al massimo il coach), ho sentito un distacco netto da tutte le altre esperienze? Perché il ruolo passivo di persona, alla quale pensano gli altri, nei termini dell’organizzazione, della formazione dei gruppi, degli interventi frontali e della messa in comuni dei risultati raggiunti, tutte azioni organizzativo-formative che hanno scandito la mia vita lavorativa e in parte condivido ancora nel mio ruolo di formatrice di adulti in ambitoinguistico, perché questo ruolo non mi è sembrato, appunto, “passivo”? Perché al ritorno a casa, la sera, ripensavo alle attività svolte e guardando le foto cercavo i volti di chi mi aveva accompagnato in questo percorso?
La risposta è proprio dentro la scansione delle attività formative, dentro l’entusiasmo e la professionalità dei relatori e dei conduttori dei gruppi. La risposta è dentro la buona preparazione di tutti i materiali necessari per la giornata, dagli hardware (“libretti e focaccia… “) ai software (predisposizione affettiva di un ambiente favorevole (dall’accensione del camino prima dell’arrivo alla modalità di conduzione dei gruppi…). Perché gli hardware sono importanti? Perché avere a disposizione il materiale stampato, anche con i canti e le preghiere, specialmente per chi come me non si sente competente in questo ambito ma ha voglia di cantare e pregare, predispone a una tranquillità emotiva e allo stare bene insieme ai vicini” di sinistra e destra” con cui si condividono canti e preghiere. Ho citato appositamente un’esperienza banale… Se vogliamo andare su di un piano più alto, la stessa scelta della location, con il Santuario alle spalle, in cui potersi rifugiare per un momento di preghiera, il bellissimo scenario del Monte Figogna, in quella che è stata, come già detto, una stupenda ed inaspettata giornata di sole, dopo e prima di giorni bui e piovosi… tutto questo e altro sono stati elementi già determinanti per accogliere i contenuti con gioia
.E contenuti (Software) ne abbiamo ricevuti e scambiati tanti: dal primo intervento, suscitatore di emozione e commozione, di Don Massimo sul “Servizio”, alla Storia dell’Unitalsi con Roberto Benassi, al documentato e profondo intervento di Maurizio Guttuso sullo Statuto, con il rinforzo identitario di entrambi questi interventi per capire in profondità il valore del volontariato in Unitalsi, siamo arrivati a una breve pausa, alla quale sono seguiti i laboratori, sino al pranzo al sacco. La sala nel frattempo si era riscaldata, non solo dal punto di vista termico, ma anche umano…
Nel pomeriggio, ecco ancora l’intervento, intenso e forte di Don Massimo e la lettura del Vangelo di Marco, 2-1, 12 sulla guarigione del paralitico. Gesù ci insegna molte cose: è più facile dire al paralitico “Ti sono perdonati i tuoi peccati”? Oppure dire: “Alzati, prendi la tua barella e cammina”? Il nostro sguardo si abbassa per vedere l’altro, non per falsa umiltà e poi si alza al cielo per ringraziare Dio… Momento molto intenso, cui fa seguito il momento di ascolto di Alessandro Penna, sul Pellegrinaggio: un intervento interessante e operativo sull’organizzazione, i ruoli e i compiti del personale di assistenza.
Il canto dell’AVE MARIA di Lourdes conclude i momenti di ascolto e lascia spazio ai laboratori pomeridiani. La cui restituzione avviene a partire dalle 17,00. Emergono fortemente il tema del Servizio e del Cammino che prosegue oltre il Pellegrinaggio, oltre il ritorno da Lourdes perché già il viaggio di ritorno ci vede rivolgere lo sguardo alla Grotta che abbiamo appena lasciato, ai fratelli e alle sorelle che ci hanno accompagnati e che abbiamo accompagnato. Emergono anche alcuni suggerimenti eventuali per futuri pellegrinaggi, sulla base dell’interessante intervento di Alessandro.
La giornata sta volgendo al termine, il sole meridiano sta scemando nel grigio della sera. Ho il cuore e la mente pieni di amore e voglia di impegno. Mi alzo e chiedo la parola per ringraziare chi ha lavorato per questa giornata: chi l’ha organizzata, chi ha preparato i testi, chi ha riempito le cartelline, chi ha pensato ai minimi dettagli di quelli che ho definito prima il software e l’hardware della giornata. La gratitudine e la voglia di condividere mi pervade. Entro un momento nel Santuario per ringraziare la Santissima Trinità e Maria per questa giornata-regalo per lo spirito. Per fare un regalo al corpo vado a bere un caffè e a comprare qualche ricordino per persone che mi hanno pensata con affetto e che non sono salite con me alla guardia: una resta, due braccialettini, qualche immagine-segnalibro.
Il nostro DUCATO mi attende con i miei giovani compagni di viaggio: mi conforta la loro allegria. Avevo insistito all’interno del gruppo perché si facesse esplicito riferimento al contributo dei giovani all’interno dell’associazione. Il loro volontariato in crescita, già così maturo nelle loro espressioni e dichiarazioni ci conforta. Il futuro appare migliore. Non cantiamo ma è come se cantassimo insieme, oltre all’Ave Maria di Lourdes, due canti che mi sono cari perché il riferimento al servizio appare ricco e denso: °Servo per Amore° e °Servire è regnare”. In particolare il secondo contiene la cifra attraverso la quale interpretare il valore di tutto quello che possiamo fare. Gesù, attraverso le parole del canto, ci ricorda come lo abbiamo visto regnare. E io rifletto che non lo abbiamo visto regnare con mantello e scettro e corona, se non nella ignobile messa in scena a due passi dalla morte, operata dai soldati romani. Gesù, si canta, si cinge ai fianchi un grembiule e lava i piedi a noi che siamo Sue creature…
Per questo TUTTO è stato importante. Ogni piccolo momento di questa giornata è stato un richiamo alla vera essenza del servizio. Per questo mi sento piena di gratitudine per questo particolare 8 marzo del 2025. Come la me stessa di un passato prossimo, io, che pochi anni fa, in data 8 marzo, la mattina alle 10.00. ho accompagnato mio marito per il Suo ultimo viaggio, dalla Chiesa dei Santi Pietro e Paolo al Cimitero di Staglieno. Io che ho usato altri 8 marzo in mimose e pizze con le amiche. Io che ho passato tanti 8 marzo a studiare e a fare progetti anche per altre donne meno fortunate. Ma tengo a sottolineare che, l’8 marzo 2025 alla Guardia, sono la me stessa di oggi, “perché il grano biondeggia ormai, è maturato sotto il sole, puoi riporlo nei granai”.
Maria Cristina Castellani
Volontaria UNITALSI